Wind e 3 Italia sono una cosa sola, è iniziata la fusione tra i due gestori
Un altro passo importante verso la fusione tra Wind e 3 Italia è stato perfezionato nella giornata di oggi.
Dopo aver incassato il parere positivo dell’Antitrust europeo e dell’AGCOM infatti VimpelCom e CK Hutchison e , azionisti rispettivamente di Wind e 3 Italia, hanno annunciato di aver completato la transazione per l’integrazione delle proprie attività sul mercato italiano, che sarà effettiva entro fine anno.
La fusione fra i due gestori è un evento storico che avrà ripercussioni positive su milioni di utenti.
Le due società hanno anche confermato che Maximo Ibarra, attuale CEO di Wind, guiderà la joint venture, supportato da Dina Ravera nel ruolo di Merger Integration Officer, e da Stefano Invernizzi, nel ruolo di Chief Financial Officer. Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia, assumerà invece l’incarico di Special Adviser di CK Hutchison.
In una nota ufficiale Canning Fok di CK Hutchison ha espresso sentimenti di soddisfazione e felicità verso questa avvenuta fusione: “Oggi è un grande giorno per lo sviluppo dell’economia digitale in Italia. Questa operazione non solo darà vita ad un operatore nuovo e competitivo, ma genererà investimenti significativi che guideranno lo sviluppo dell’infrastruttura digitale del Paese“.
Dall’integrazione di Wind e 3 Italia, CK Hutchison e VimpelCom creeranno un operatore nuovo, forte di oltre 31 milioni di clienti nel mobile e 2,7 milioni nel fisso. Questo porterà benefici ai clienti business e consumer attraverso una maggiore affidabilità, velocità e copertura di rete e consentirà all’Italia di rimanere in una posizione all’avanguardia nell’economia digitale globale.
La nuova azienda si posizionerà sul mercato come un operatore integrato, anche grazie alla collaborazione con Enel Open Fiber. Questa transazione rappresenta una delle più grandi operazioni di M&A avvenute in Italia dal 2007. Nel frattempo la francese Iliad sta lavorando per diventare il quarto operatore del mercato italiano, anche se sta incontrando più difficoltà del previsto dal punto di vista economico.